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Discariche... in versi e in prosa

Questa valle, creata ubertosa,
fu ridotta malsana e schifosa
dai fetenti rifiuti normali;
ora vede anche quelli speciali
che dal nord ci arrivano adesso
come dono ad un popolo fesso.
Tanto qui non possiamo morire
e nessuno ha qualcosa da dire.
Non facciamoci sempre conigli
e difendiamo il futuro dei figli!
Questa terra è la nostra, gridiamo
e al mittente i rifiuti spediamo!
Elio Tomaselli, Fragnano

Santu Paulu meu te le tarante,
difendici dai morsi delle discariche
e dell'inquinamento delle industrie
che avvelenano il nostro Salento,
dai morsi del precariato
e della disoccupazione,
dai morsi del clientelismo e del favoritismo
dai morsi di chi vuole
deturpare il paesaggio per speculare,
dai morsi di forme religiose
che paralizzano e non liberano,
dai morsi dei politici
che non si curano del bene comune
ma solo del proprio interesse...
La taranta è viva e nunn è morta
ahi santu Paulu meu fanne sta grazia!
fra' Francesco Zecca, Ostuni

ITALO CALVINO
Da Le Citta' invisibili
Leonia
La città di Leonia rifà se stessa tutti i giorni: ogni mattina la popolazione si risveglia tra lenzuola fresche, si lava con saponette appena sgusciate dall'involucro, indossa vestaglie nuove fiammanti, estrae dal più perfezionato frigorifero barattoli di latta ancora
intonsi, ascoltando le ultime filastrocche che dall'ultimo modello d'apparecchio. Sui marciapiedi, avviluppati in tersi sacchi di plastica, i resti di Leonia d'ieri aspettano il carro dello spazzaturaio. Non solo i tubi di dentifricio schiacciati,lampadine fulminate,giornali, contenitori, materiali d'imballaggio, ma anche scaldabagni, enciclopedie,pianoforti, servizi di porcellana: più che dalle cose di ogni giorno vengono fabbricate vendute comprate, l'opulenza di Leonia si misura dalle cose che ogni giorno vengono buttate via per far posto alle nuove. Tanto che ci si chiede se la vera passione di Leonia sia davvero come dicono il godere delle cose nuove e diverse, o non piuttosto l'espellere,l'allontanare da sé,il mondarsi d'una ricorrente impurità. Certo è che gli spazzaturai sono accolti come angeli, e il loro compito di rimuovere i resti dell'esistenza di ieri è circondato d'un rispetto silenzioso, come un rito che ispira devozione, o forse solo perché una volta buttata via la roba nessuno vuole più averci da pensare.Dove portino ogni giorno il loro carico gli spazzaturai nessuno se lo chiede: fuori dalla città,certo; ma ogni anno la città s'espande, e gli immondezzai devono arretrare più lontano;l'imponenza del gettito aumenta e le cataste s'inalzano, si stratificano, si dispiegano su un perimetro più vasto. Aggiungi che più l'arte di Leonia eccelle nel fabbricare nuovimateriali, più la spazzatura migliora la sua sostanza, resiste al tempo, alle intemperie, a fermantazioni e combustioni. E' una fortezza di rimasugli indistruttibili che circonda Leonia,la sovrasta da ogni lato come un acrocoro di montagne.Il risutlato è questo: che più Leonia espelle roba più ne accumula; le squame del suo passato si saldano in una corazza che non si può togliere; rinnovandosi ogni giorno la città conserva tutta se stessa nella sola forma definitiva: quella delle spazzature d'ieri che s'ammucchiano sulle spazzature dell'altroieri e di tutti i suoi giorni e anni e lustri.Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell'estremo crinale, immondezzai d'altre citt à, che anch'esse respingono lontano da sé le montagne di rifiuti. Forse il mondo intero,oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta. I confini tra le città estranee e nemiche sono bastioni infetti in cui i detriti dell'una e dell'altra si puntellano a vicenda, si sovrastano, si mescolano.Più ne cresce l'altezza, più incombe il pericolo delle frane: basta che un barattolo, un vecchio pneumatico, un fiasco spagliato rotoli dalla parte di Leonia e una valanga di scarpe spaiate, calendari d'anni trascorsi, fiori secchi sommergerà la città nel proprio passato che invano tentava di respingere, mescolato con quello delle altre città limitrofe,finalmente monde: un cataclisma spianerà la sordida catena montuosa, cancellerà ognitraccia della metropoli sempre vestita a nuovo. Già dalle città vicine sono pronti coi rulli compressori per spianare il suolo, estendersi nel nuovo territorio, ingrandire se stesse,allontanare i nuovi immondezzai.

28 Jun 2009

COMITATO VIGILIAMO PER LA DISCARICA