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Statte: bomba ecologica più volte segnalata e mai disinnescata

il resoconto dei servizi di Striscia la notizia del 2001 e del  2009  è su http://www.striscialanotizia.mediaset.it/news/2009/01/16/news_3810.shtml e  http://tuttoilresto-noia.blogspot.com/2009/12/ieri-sera-striscia-la-notizia-vicino.html

Servizio di Lannes da FAMIGLIA CRISTIANA DEL 23 NOVEMBRE 2003 pag.57-58 e ultimi aggiornamenti 

ALLARME RADIOATIIVO A STATIE, PROVINCIA DI TARANTO
 
UNA GIGANTESCA BOMBA A OROLOGERIA COSTITUITA DA 30.000
FUSTI, 60 CONTAINER E 42 SILOS. ABBANDONATI DA ANNI.

Lo stato di abbandono è inquietante.
un cancello scricchiola e si spalanca
sotto le folate del maestrale in riva allo
Ionio. Alla Cemerad di Statte, in provin-
cia di Taranto, il contatore geìger segna-
la pericolo. L'azienda di Giovanni Plu-
chino, di Mottola, è dedita al trasporto e
stoccaggìo di rifiuti radioattivi e tossico-
nocivi da un ventennio, sulla base di
una mera autorizzazione dell'Ufficio
del medico provinciale di Taranto, con
nulla osta del 28 luglio 1984 (protocol-
lo n. 12.478), e in seguito della Giunta
provinciale (n. 1.889 dell'Il ottobre
1989). Malgrado il sequestro preventi-
vo disposto il 19 giugno 2000 dal gip Ci-
ro Fiore, effettuato dai Nas dei Carabi-
nieri il 4 luglio successivo, "dell'intera
area comprensiva di locali, impianti, de-
positi e terreni pertinenziali recintati-,
attesta il procedimento penale numero
5.662/2000 Gip, ben «30.000 fusti me-
tallici arrugginiti", segnala il verbale di
sequestro dell'Arma, «60 container e 42
sìlos- risultano ancora esposti alle in-
temperie in un'area di 4.000 metri qua-
drati a cielo aperto. Contengono scorie
a media radioattività con tempi di di-
mezzamento ultratrentennali.
Non è tutto. «In un capannone abusi-
vo di 5.000 metri quadrati», dichiarano
i Carabinieri, «vengono stoccati circa
18.000 fusti di rifiuti radioattivi». Un al-
tro verbale dei Nas, datato 9 agosto
2000, certifica, alla presenza dell'impie-
gato Colao Francesco, la sparizione di
«documenti dai faldoni 50-55,.. Epilogo
intermedio il lO giugno di quest'anno.
Il Tribunale di Taranto ha condanna-
to Giovanni Pluchino a «un anno di re-
clusione e al pagamento di una sanzio-
ne pecuniaria di 12.000 euro». L'autori-
tà gìudìzìarìa ha disposto anche il disse-
questro del deposito e la bonifica del si-
to entro sei mesi dalla pubblicazione
della sentenza, oltre alla restituzione
dell'immobile al proprietario Mario So-
prano. Ed ecco le motìvazìonì. Il titolare
della Cemerad, secondo l'impianto accu-
satorio della magistratura, «realizzava
una discarica di rifiuti pericolosi senza
la prescritta autorizzazione e gestiva un
impianto di raccolta di rifiuti radioattivi
senza rispettare le specifiche norme di
buona tecnica al fine di evitare rìschi di
esposizione alle persone del pubblico».

Gravi rischi per la salute

Tutto tranquillo? TI pericolo permane:
l'ordigno a orologeria, infatti, non è sta-
to ancora disattivato. Il Comando pro-
vinciale dei vigili del fuoco e l'Azienda
sanitaria locale Taranto/ I denunciano
«gravissimi rischi per la salute e l'incolu-
mità pubblica e privata, gravissimi ri-
schi di inquinamento e contaminazione
ambientale a causa delle notevoli quan-
tità di rifiuti radioattivi, speciali e tossi-
co-nocivi stoccati nella struttura Cerne-
rad-. Nel deposito nucleare, in località
masseria Vocchiaro-Grottafornara, a ri-
dosso della Statale 172 per Martina Fran-
ca, a un soffio dal centro abitato di Stat-
te (15.000 anime, Comune dal '93), e a
un tiro di schioppo da Taranto (300.000
residenti), non esiste alcuna vigilanza.
«Ladri, malintenzionati o terroristi pos-
sono accedere in disturbati», dichiara
l'assessore comunale Orazio Marinò.
Nel feudo del clan Modeo si accumula-
no ritardi e silenzi istituzionali. L'Enea è
da tempo al corrente della situazione,
come documenta una sua nota epistola-
re risalente al 29 novembre 1990; e il mi-
nistero dell'Industria lo è addirittura dal
28 luglio 1984. E così la Presidenza del
Consiglio dei ministri di tre Governi.

L'Anpa non dispone nemmeno un ac-
certamente in loco e in una comunica-
zione del20 luglio 2000, siglata dal diri-
gente Mario Paganini Fioratto, prende
per buona l'autocertìfìcazìone sulla si-
curezza, redatta dall'ingegnere Luigi Se-
verini per conto della stessa Cemerad:
«Non si sono riscontrate inosservanze
alla normativa vigente». Eppure 1'8 lu-
glio di tre anni fa, il sostituto procurato-
re Filomena Di Tursi e il procuratore ag-
giunto della Repubblica Franco Seba-
stio scrivono al ministero per l'Ambien-
te, al presidente della Regione Puglia,
nonché al prefetto e al presidente della
Giunta provinciale: «La normativa vi-
gente prevede il potere-dovere di inter-
vento dei competenti organi ammini-
strativi al fine di far realizzare, o di rea-
lizzare direttamente, la messa in sicu-
rezza e la successiva bonifica delle aree
inquinate e degli impianti dai quali deri-
va pericolo di inquinamento. Si prega
di far conoscere con la massima urgen-
za le misure precauzionali adottate per
assumere la messa in sicurezza dell'im-
pianto Cemerad, specialmente per
quanto concerne il pericolo di incendi».

Il muro di gomma

Parole al vento, come le interrogazio-
ni del parlamentare Giovanni Battafara-
no. Ma il sindaco Giuseppe Mastromari-
no (esponente di una Giunta di Centro-
destra) non demorde. E nel novembre
200I chiede al presidente del Consi-
glio, Silvio Berlusconi, «un intervento
concreto che favorisca la bonifica».

L'istanza del primo cittadino, a tut-
t'oggi, non ha ottenuto alcun risultato
concreto. In Parlamento giace ancora
senza riscontri un'interrogazione del 16
novembre 1995, a firma di Franco Carel-
la, indirizzata ai ministri dei Lavori pub-
blici e dell'Ambiente. Il senatore dei Ver-
di segnalava che «è constatabile l'assolu-
ta inidoneità delle strutture del capan-
none della ditta Cemerad a contenere
un deposito di materiali nucleari; inol-
tre non viene documentata l'idoneità
dei contenitori utilizzati per lo stoccag-
gio delle sostanze contaminate, sia liqui-
de sia solide; e infine notevoli quantità
di sostanze, anche infiammabili, sono
stoccate in container, riconosciuti dal
competente ministero al trasporto delle
sostanze e non per essere utilizzati al-
l'aperto e per lunghi periodi di tempo».

L'ex presidente della commissione
Igiene e Sanità voleva sapere dai mini-
stri competenti quali iniziative sarebbe-
ro state messe in atto per «rimuovere le
gravi irregolarità riscontrate dal Coman-
do provinciale dei vigili del fuoco presso
il deposito di rifiuti radioattivi della ditta
Cemerad e i reali rischi di contaminazio-
ne ambientale e di danni alla salute pub-
blica". Alla fine del 2003, però, nessuna
autorità, statale o regionale, e nemmeno
scientifica, ha identificato le componen-
ti, stimato gli effetti o valutato gli impat-
ti epidemiologici sulla popolazione.
GIANNI LANNES
S8 . famiglia cristiana- n. 47/2003)

ultimi aggiornamenti 

... ho riscostruito la scorsa primavera la vicenda
definitiva della Cemerad. Il tiolare Pluchino Giovanni è
stato condannato con sentenza passato in giudicato ma non ha
fatto nemmeno un giorno in gattabuia e tantomeno ha
bonificato l'area come avevano stabilito le sentenze di
condanna confermate in  Cassazione. Ho la documentazione
fotografica e filmata dei luoghi (realizzata recentemente),
nonché quella carteca realtiva agli inquinatori (strutture
sanitarie e industriali di mezza Italia che hanno affidato
la merce scottante alla Cemerad in attesa di un affondamento
marino. Questa nota puoi anche pubblicarla, ovviamente se
interessa! Cordiali saluti.

Gianni Lannes

09 Dec 2009

COMITATO VIGILIAMO PER LA DISCARICA