INDICE NEWS

Versi ... e Prosa

Chi può dire "questa terra è mia"?       di Simonetta Gabrielli 
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti [...] di Vigiliamo 
Resto perché … Taranto è viva!  di Greta Marraffa 

Chi può dire "questa terra è mia"?       di Simonetta Gabrielli 
Chi può dire "questa terra è mia"?
Chi può dire "possiedo l'aria"
o "il fiume mi appartiene"?
E chi può dire, ancora, "questo frutto è mio"?
A chi appartiene il seme che ha generato il frutto?
E poi, chi può dire "questo figlio mi appartiene"?
Ché forse quel figlio non è della terra su cui vive?
E cosa sarà di questa terra e di questi figli domani,
quando l'aria sarà avvelenata più di oggi,
quando il fiume sarà consumato dalla cupidigia,
quando la terra sarà satura di veleno e avara di vita?
Questo è il tempo del cambiamento,
fermiamo ora la cecità del potere che abusa.
Per amore della terra e dei figli che l'abiteranno:
ora, quando sennò?
Simonetta Gabrielli ha iniziato un digiuno a oltranza il 5 dicembre contro il costruendo inceneritore di Trento
http://www.ecceterra.org/images/articoli/nt/iniz.ve/digiuno.oltranza.lettera_01dic10.pdf
http://www.ecceterra.org/images/articoli/nt/iniz.ve/ince.nudo.web_08dic10.pdf
 

Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti [...] di Vigiliamo, parafrasando Pasolini 
Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti [...]
Io so. Perché ho le prove.
Prove, non solo indizi.
Io so sebbene non sia un intellettuale.
Ma cerco di seguire tutto ciò che succede
di conoscere tutto ciò che se ne scrive
di scoprire perché di tutto ciò
non si vuole sapere o si tace.
Coordino documenti anche lontani,
metto insieme i pezzi disorganizzati e frammentari
lasciati cadere da un intero quadro politico.
Mi sforzo di ristabilire la logica
che è spesso una logica di danaro e di morte
là dove sembrano regnare l'arbitrarietà, la follia e il mistero.
Tutto ciò fa parte del mio istinto di sopravvivenza
della mia indignazione e della responsabilità che sento
verso i miei simili e verso questo mondo
di oggi e di domani.

Resto perché … Taranto è viva!  di Greta Marraffa                 Vi siete mai domandati come sarebbe stata la vostra vita se aveste seguito per un istante il vostro cuore?
Trovarsi di fronte a delle scelte, dover decidere troppo in fretta cosa fare del proprio futuro – un futuro incerto, un domani tutto da costruire, tutto da scrivere in cui ci si ritrova ad essere merce di scambio o semplicemente “uno dei tanti”.
La solita storia sarebbe quella di raccontarvi una fuga con lieto fine, ma ciò che più mi interessa descrivere è l’angosciante, inquietante ma a volte estremamente romantica vita, di chi decide di continuare a vivere in una città silenziosa e dormiente come Taranto.Forse una descrizione come tante, forse un incubo già vissuto, una trama di un film già visto, la recensione di un libro ancora da leggere, ma che incuriosisce e lascia sospesi, ma lì dopotutto ti accorgi che è tutta finzione, questa è la realtà.
Provare a chiudere gli occhi per un istante, tentando di dimenticare le immagini ormai stampate nella mente delle nubi di fumo e delle lingue di fuoco sprigionate dalle alte ciminiere, utilizzare la fantasia ed immaginare, oltre quei mostri d’acciaio, un mondo diverso per realizzare che tutto non è così come sembra!
La vita è difficile per chi decide di spendere i suoi giorni in una città che non merita le sue intelligenze…e ti chiedi: “perché proprio io? Perché proprio adesso? Potevo nascere lassù dove tutto è più semplice, dove la realtà riesce a stimolarti,dove riesci ad emergere e a sperare?!” Ma poi ti accorgi che forse anche tu sei utile a qualcosa qui, ti impegni nel sociale e combatti ogni giorno per far si che nessuno più possa sentirsi impotente come te!
Confrontarsi quotidianamente con una realtà apatica e disinteressata è estremamente angosciante. A volte mi domando se Sartre nella sua Nausea tentasse di descrivere la situazione di stallo che avrebbe caratterizzato il nostro presente, o se Munch col suo Urlo avesse voluto rappresentare anticipatamente quella che sarebbe stata la nostra reazione di fronte a codesto decadimento.
Studio giurisprudenza qui a Taranto, studio e costruisco il mio futuro. Utilizzo due bus per arrivare alla sede, quotidianamente percorro sempre lo stesso tragitto, osservo sempre le stesse vetrine e dipingo nella mente, come capolavori di Monet, gli sguardi persi nel vuoto, di gente come me che da tanti anni non ha mai cambiato strada! Eppure dietro quei volti c’è sempre una storia,una storia da raccontare! Tuttavia la medaglia ha due facce e limitarmi a descrivere la parte meno luccicante sarebbe davvero riduttivo e andrebbe a scoraggiare chi, nonostante tutto, in questa terra amara prosegue un cammino di lotta e di resistenza.
La forza delle idee, i sogni e le speranze di tantissime persone sempre pronte a mettersi in discussione rappresentano il segnale di discontinuità.La crisi storica che stiamo vivendo diffonde l’idea della precarietà diffusa. I tagli alla cultura, alla scienza e alla ricerca dimostrano chiaramente in che modo la classe politica odierna stia spezzando le gambe a questo paese.
E i danni si manifestano soprattutto qui, nel “meridione del Meridione”, in questo Sud dimenticato, che emerge dalle testate giornalistiche per i casi di cronaca nera come quello di Sarah Scazzi! Pretendiamo il meglio, pretendiamo un mondo diverso, che sia alla nostra portata, che abbia a cuore le nostre potenzialità, le nostre attitudini e le nostre passioni.
Pretendo un’università migliore, che sia spazio di aggregazione e di confronto: un’università libera e svincolata da logiche di mercato. Voglio la mia università, quella delle ore di autogestione, dei sorrisi e dei dibattiti perpetui, delle risate e della crescita – una crescita sana, pura, che formi le future coscienze critiche e attente di questo paese.
Viviamo sottomessi alla cultura dell’acciaio e della grande industria, siamo schiavi di un processo di industrializzazione che produce un benessere illusorio: NON E’ PIU’ POSSIBILE morire per un pezzo di pane.La vita degna di essere vissuta non è quella che tentano di propinarci.Facciamo nostre e diffondiamo idee di cambiamento, legate alla decrescita, alla riappropriazione dei nostri spazi, alla valorizzazione delle nostre piccole azioni, tentando insieme di deviare il percorso di autodistruzione al quale si accinge il nostre paese.Rappresentiamo l’Italia migliore, il Sud che risponde alla crisi con la cultura e con l’idea di felicità, un sentimento astratto ma facilmente raggiungibile se si intraprende un percorso spirituale evolutivo, partendo da noi stessi.
Parliamo di riconversione culturale in una città dimenticata, poco fertile a produrre sogni ed utopie; una città che non punta a creare un polo universitario efficiente e che, a causa di un’amministrazione a volte poco disponibile e poco coerente alla propria matrice politica, SFIDUCIA continuamente i suoi giovani e le sue intelligenze adoperando molto spesso tecniche e strumenti REPRESSIVI.A volte occorrerebbe fermarsi a riflettere, ad osservare il mare, le onde sinuose ed eleganti, il volo di un gabbiano e la bellezza delle sue ali aperte, il calore del sole in una terra che chiede aiuto, che ha bisogno di respirare aria pulita ed incontaminata, ha bisogno di colori e di magia, quella tipica che scaturisce dalla forza di un bacio tra due amanti.


15 Dec 2010

COMITATO VIGILIAMO PER LA DISCARICA