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Strage i Brindisi

STRAGE DI BRINDISI  
comunicato di Etta Ragusa di Rinascita civica-Città attiva  
nota di Roberto Galullo di Il Sole 24 ore  
riflessione di Beatrice Luzzi da Il Fatto quotidiano  

comunicato di Etta Ragusa
Strage di Brindisi, sabato 19 maggio 2012. Nello stesso giorno della strage di via D’amelio, ordita per uccidere il giudice Borsellino, e nello stesso mese della strage di Capaci, ordita per uccidere il giudice  Falcone. E, apposta, davanti a una scuola. Una scuola superiore intitolata a Francesca Morvillo e a suo marito Giovanni Falcone.
Troppo facile uscirsene con l’espressione “non ci sono parole”. Le parole le dobbiamo trovare là dove si sono nascoste per la vergogna, non per la paura. Le dobbiamo trovare nel profondo del cuore dove vogliono essere ancora luce. L’unica luce che può squarciare la tenebra spessa dell’odio, della prevaricazione, della violenza. Ma anche le tenebre più sottili e fitte della immobilità, della rassegnazione, del falso e ottuso perbenismo di facciata. Queste parole sono: Giustizia, Legalità, Responsabilità condivisa.
La strage di Brindisi è un fatto gravissimo che dimostra come il nostro territorio pugliese possa essere bersaglio di chi ha fatto della prevaricazione e della violenza la sua legge.
Questa bomba, la sua potenza amplificata dalla perizia assassina di come è stata collocata, il bersaglio criminalmente scelto vicino a una scuola e non a una scuola qualsiasi ma all’istituto professionale intitolato a Francesca Morvillo e Giovanni Falcone, l’orario stesso studiato per l’attentato e la data dalla duplice coincidenza, dimostrano la lucida determinazione di chi ha deciso di venire allo scoperto e di dare un segnale forte.
Ma è da anni che la Puglia è sottoposta alla invasione e all’occupazione strisciante da parte di “colletti bianchi” di ogni specie.
Colletti bianchi che ottengono dalle istituzioni, per ignoranza o per corruzione di funzionari, autorizzazioni illegittime per i loro affari nell’edilizia, nella sanità, nel business dei rifiuti e in quello del gioco d’azzardo. O anche semplici  deliberazioni solo apparentemente innocue ma in realtà dissennate, come può essere quella di accorciare, invece che accrescere come tanti Comuni stanno facendo, la distanza di sale giochi, sale scommesse e ricevitorie del lotto e di vendita di gratta e vinci, da luoghi sensibili come scuole, ospedali, chiese e centri di aggregazione giovanile.
Quando tutto questo avviene, istituzioni e cittadini perdono progressivamente e inesorabilmente il controllo del proprio territorio. Perché di quel territorio è stato fatto, comunque, mercimonio. E la tappa successiva sono, appunto, le bombe.
Anche su questo deve far riflettere l’attentato di Brindisi, che va deplorato non solo con le marce d’occasione che vanno comunque fatte, ma anche e soprattutto con l’esercizio della Legalità, della Giustizia e della Responsabilità condivisa, valori  e virtù civiche che vanno spesi ed esercitate ogni giorno, costi quello che costi.
Etta Ragusa
consigliera comunale
per il movimento etico Rinascita civica-Città attiva


nota di Roberto Galullo di Il Sole 24 ore 20 maggio 2012
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-05-20/economia-crisi-cresce-peso-081119.shtml?uuid=AbHXpRfF
Economia in crisi, cresce il peso criminale
Una nota, apparentemente messa per caso, nella relazione di fine 2011 della Direzione nazionale antimafia, fotografa gli ultimi sviluppi economici della mafia pugliese. «In particolare, nella provincia di Bari – si legge - è stata osservata una propensione al reimpiego di capitali provenienti da attività illecite nelle seguenti attività commerciali: distributori di carburante, ricevitorie e sale scommesse; commercio di materiale lapideo; commercio frutta e ortaggi; discoteche; società attive nel settore del trasporto merci su strada; sale giochi; video poker»:
L'intero distretto barese, connotato da un elevato sviluppo economico, da intensi scambi commerciali e rilevantissimi interessi patrimoniali, è un territorio che viene aggredito da una serie di mafie transnazionali attirate dai traffici più remunerativi. La grande frontiera è quella dell'internazionalizzazione: mettendo a frutto la consolidata esperienza nello stringere rapporti con gruppi delinquenziali stranieri e avvalendosi di un efficace know how maturato negli anni '90 in materia di commerci illeciti, i clan pugliesi sono ricomparsi sulla scena internazionale. «Hanno saputo dare vita a potenti alleanze con i più aggressivi gruppi criminali del l'area balcanica – scrive il sostituto procuratore nazionale antimafia, Giovanni Russo - vere e proprie holding transnazionali in grado di interloquire, specie con riguardo ai traffici di sostanze stupefacenti, con i principali fornitori mondiali di droghe».
Gli albanesi e i serbi-montenegrini, in particolare, costituiscono i partner privilegiati dalla mafia locale per realizzare il business principale sul territorio, dando vita a traffici di stupefacenti di dimensioni europee. E proprio questa tensione verso l'accaparramento di quote sempre crescenti degli spazi di illegalità a determinare, nei “poli” maggiormente segnati dalla crisi economica e dagli interventi giudiziari e preventivi, una escalation violenta nella definizione di confini e competenze.
È tutta la Sacra corona unita (oltre alla «Società», nome con il quale viene appellata la mafia foggiana del Gargano) a essere diventata adulta negli affari, come ricorda ancora Russo. «Ha dismesso il ruolo di soggetto del terziario mafioso – scrive il sostituto procuratore - incaricato di fornire consulenza su come introdurre sul territorio pugliese prodotti illeciti, dal tabacco alla droga, dalle armi ai clandestini, su come e dove nasconderli, su come trasportarli verso i mercati di destinazione; un terziario della malavita che, in cambio di alloggi, coperture, manodopera, basisti, autisti, si accontenta di una partecipazione agli utili o di una percentuale sui proventi illeciti. Ha acquisito consapevolezza dei propri mezzi, delle capacità operative e strategiche conseguite, del vantaggio competitivo di cui dispone rispetto ad altre organizzazioni mafiose in relazione ai contatti con i gruppi criminali balcanici. Agisce, perciò, in prima persona e non più in conto terzi; pretende il governo degli affari illeciti e non è più disposta ad accettare ruoli ausiliari e serventi».
I business tradizionali – quasi tutti sull'asse Puglia-Paesi Balcanici, con una presenza limitata fuori regione, dove è soppiantata da ‘ndrangheta, Casalesi e Cosa nostra alle quali fornisce spesso manovalanza e accordi al Nord Italia – sono sempre gli stessi. Accanto a droga, estorsioni e usura, traffici di esseri umani, prostituzione, contrabbando e rapine vengono però alla luce interessi verso nuovi mercati. Si fanno concreti i coinvolgimenti di ceti professionali nell'azione criminale (i cosiddetti "colletti bianchi", in grado di offrire ai clan servizi raffinati ed entrature negli ambienti politici e amministrativi), mentre il reinvestimento e il riciclaggio dei proventi illeciti e l'acquisizione di spazi sempre più ampi nell'economia legale diventano una costante dei clan più reattivi nello sviluppare strategie di medio e lungo termine.
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IL PROFILO DELLA CRIMINALITÀ PUGLIESE
La frontiera internazionale
Mettendo a frutto l'esperienza nello stringere rapporti con gruppi delinquenziali stranieri e avvalendosi di un efficace know how maturato negli anni '90 in materia di commerci illeciti, i clan pugliesi sono ricomparsi negli ultimi anni sulla scena internazionale
L'alleanza con l'area balcanica
La mafia pugliese ha saputo dare vita a potenti alleanze con i più aggressivi gruppi criminali dell'area balcanica: si tratta di vere e proprie holding transnazionali in grado di interloquire, specie con riguardo ai traffici di sostanze stupefacenti, con i principali fornitori mondiali di droghe
Non più terziario della mafia
I clan pugliesi da «soggetti del terziario mafioso» ora pretendono il governo degli affari illeciti senza più ruoli ausiliari verso altre organizzazioni criminali. Questo grazie soprattutto al vantaggio competitivo di avere relazioni privilegiate con i gruppi criminali balcanici
Business nuovi e tradizionali
Accanto a droga, estorsioni e usura, traffici di esseri umani, prostituzione, contrabbando e rapine vengono alla luce interessi verso nuovi mercati. Si fanno concreti i coinvolgimenti dei "colletti bianchi" e avanza anche il ruolo di reinvestimenti e riciclaggio dei proventi illeciti nell'economia legale.

riflessione di Beatrice Luzzi da Il Fatto quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/05/20/hanno-colpito-donne/235389/
Hanno colpito le donne
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Io e la poliziotta antimafia che interpreto da più di quattro anni tra piazze teatri e scuole d’Italia abbiamo sperimentato che la maggioranza delle decine, centinaia, migliaia di bellissime persone che investono il loro prezioso tempo, le loro emozioni e spesso anche il loro proprio denaro per diffondere cultura di legalità in questo paese, sono Donne, di ogni età; sono loro lo scheletro, la struttura portante di molte associazioni, fondazioni, scuole e quant’altro si occupi di legalità, soprattutto di educazione alla legalità nelle scuole che è quella che fa più paura come si è sempre detto e purtroppo, questa volta, reso evidente.
Donne, donne italiane che, ben oltre il vituperato crinale tra famiglia e lavoro si occupano anche di quello tra bene e male, tra civiltà e malvagità.
Questa volta la mafia le ha mirate e colpite dritte al cuore, tutte loro, tutte noi.
Ma non ha mai fatto errore più grande: non ci fermerà! Scenderemo in piazza, nei teatri, nelle scuole ogni giorno più numerose, senza paura, ogni giorno più determinate a far crescere i nostri figli in giustizia e libertà.
Beatrice Luzzi, attrice, ha realizzato diversi lavori di impegno civile, e attualmente è in tour con Poliziotta per amore, monologo scritto da Nando Dalla Chiesa in memoria dell'agente di scorta Emanuela Loi.

21 May 2012

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