Riassunto dell’intervento della coordinatrice Etta
Ragusa
Come già detto nella
premessa, il titolo è volutamente provocatorio.
Infatti solo talvolta si
tratta di bugie vere e proprie.
Più spesso si tratta di
verità taciute o parzialmente affermate.
Procederò per categorie,
cominciando dalle bugie in generale
e proseguendo con quelle
delle istituzioni a cominciare
dalla Regione e continuando
con la Provincia e il Comune.
Bugie in
generale
“la discarica è una risorsa per Grottaglie”
Invece
la discarica per rifiuti speciali sita in località La Torre-Caprarica
costituisce un problema e non una risorsa perché è stata realizzata su
un’area sottoposta a numerosi e gravi vincoli (vedi petizione e
intervento avv.Lupo).
“Il sito dove sorge la discarica può essere di nuovo
utilizzato”
Invece per legge il sito deve essere sottoposto a
controlli per 30 anni dopo la cessazione di esercizio della discarica.
“Non c’è nessun pericolo” e “Tutto è a posto”
Queste affermazioni le
possono fare soltanto gli organismi preposti ai controlli, e cioè i
seguenti organi provinciali: AUSL, Servizio Ecologia e Ambiente,
ARPA/TA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale).
A questi organismi (AUSL,
Servizio Ecologia e Ambiente, ARPA/TA)
il Comitato ha chiesto di accedere alla documentazione riguardante i
controlli da essi effettuati
“La piattaforma è una macchina per selezionare i
rifiuti”
Atti politici della Giunta Provinciale, fino a oggi 2
dicembre 2004:
- Del
“piano provinciale per le discariche” e della Commissione per
redigerlo, promessi dalla Giunta provinciale in carica, non c’è
alcuna notizia
- Non
è ancora stato convocato il consiglio provinciale monotematico sulle
discariche
- Non
sono stati formulati gli atti di indirizzo per fermare le
autorizzazioni di nuove discariche e l’ampliamento di quelle
esistenti, così come dichiarato più volte dal presidente della
Provincia (*)
Per quanto riguarda il Comune:
- La
discarica non ci è stata imposta né dalla Provincia né dalla Regione
perché in materia le amministrazioni locali sono sovrane
- Quello
del 13.2 espresso dal Comune non è un parere tecnico, ma un atto che
ha espresso un assenso politico che ha avviato le conferenze dei
servizi, insomma un vero e proprio PARERE come lo definiscono il
Comitato Tecnico Provinciale
e l’Assessorato all’Urbanistica della Regione negli
atti in cui invitano il Comune a ritirarlo
- Non
è stato convocato alcun Consiglio Comunale monotematico, promesso
fin da maggio 2004
- Il
“congelamento” della delibera 13.2.2004 riguardante il
cosiddetto III lotto, o nuova discarica, non esiste in materia
giuridica
-
L’annullamento in via di autotutela non dipende dalla
Provincia, ma è un atto autonomo dell’Amministrazione e deve essere
compiuto al più presto (*)
(*) il Consiglio Provinciale ha approvato gli atti di
indirizzo il
7 febbraio 2005.
CONCLUDENDO
La strada è lunga e anche se
si arriva all’annullamento in via di autotutela per il cosiddetto III
lotto, occorre vigilare sul 1.600.000 mc che già ci siamo ritrovati
senza che ne sapessimo niente.
Vigilare significa esigere che
tutto sia fatto secondo la legge e garantire la sicurezza
dell’ambiente e della salute per l’oggi e per domani. E a tal fine
sarebbe bene avviare da subito un monitoraggio epidemiologico della
zona e dell’intera città.
Teorizzare su partito pro o
contro la discarica non ha senso, perché è in gioco il bene comune.
In questi casi occorre
chiedersi piuttosto: c’è veramente bisogno di questa discarica? E
rispondere con la cittadinanza, e non sopra la sua
testa, per far prevalere la logica del bene comune sulla logica del
danaro.
Il Comitato non ha
controparti, né vuole essere considerato controparte di qualcuno.
Volutamente il Comitato non ha raccolto cattiverie,
offese, minimizzazione del suo operato fino al dileggio perché sicuro
che se si agisce secondo la legge e per il bene comune non si teorizza
ma si pratica veramente la democrazia.
Pertanto continuiamo a
ripetere che i nostri interlocutori sono gli amministratori e a
credere che le nostre istanze non rimarranno senza risposta, a
cominciare da quelle contenute nella petizione sottoscritta da 3.000
cittadini e con la quale, tra l’altro, si chiede con insistenza
l’immediato annullamento in via di autotutela della delibera del 13
febbraio, a quasi 1 anno dalla sua approvazione.
Il Comitato, da quando si è
costituito nel marzo 2004, di risposte dalle istituzioni ne ha avute
poche ma non ha smesso di cercare il dialogo. E il suo modo civile di
protestare, dalle istanze alle magliette, ai sacchetti, alla linea di
moda e al sito www.rifiutospeciale.it, non ha suscitato solo curiosità
se i suoi ideatori sono stati invitati dall’ONU e se ne ha parlato la
stampa internazionale e nazionale.
La scadenza del mandato del Commissario straordinario
per l’emergenza rifiuti e il ritorno delle competenze agli Enti Locali
con il 31 dicembre (*) esige risposte immediate alle nostre istanze.
(*) Con Decreto ministeriale questo mandato è stato
invece prolungato di 1 anno, fino al 31 dicembre 2005.